Tempo del Salento… tempo dell'uomo

Tempo dell'uomo e non delle macchine. Siamo immersi nella tecnologia, ma il clock (segnale periodico della CPU di un computer) esegue ormai milioni di cicli al secondo, il nostro cuore mediamente poco più di un solo battito al secondo. Se durante la giornata inseguiamo con affanno la frequenza delle macchine (computer, automobile, elettrodomestici), abbiamo il dovere di dedicare pochi minuti al ritmo che ci è più congeniale: quello del nostro cuore. Un battito al secondo, 60 al minuto, respirare lentamente, elaborare un pensiero per volta, assaporare il cibo con la dovuta attenzione, spendere il tempo che ci vuole per le relazioni con i nostri simili.

Fermati, anche solo pochi istanti, a contemplare un tramonto. La luce struggente del sole che muore è uno spettacolo gratuito a disposizione di tutti coloro che lo vogliono guardare. Nasce e muore tutti i giorni da milioni di anni e tutte le volte un fiore, un piccolo animale, un essere vivente assiste muto all'ennesimo miracolo della natura. Il giorno in cui nessuno si fermerà a guardarlo… chissà potrebbe non tornare più.

Lo sciamano del villaggio celebrava il rito del sole. All'alba dell'equinozio di primavara, dalla sommità di un'altura invocava il sorgere dell'astro pronunciandone il nome nella lingua segreta. Gli uomini accompagnavano l'evento con ritmo crescente dei tamburi fino al culmine del rituale: il Sole alto sull'orizzonte. La vita celebrava la sua rinascita.

L'uomo del paleolitico misurava il tempo attraverso le fasi lunari, il corso delle stagioni, l'alternarsi del giorno e della notte.

A quel tempo la rappresentazione del tempo ciclico dava la certezza del ripetersi, ad intervalli regolari, degli eventi naturali. In seguito, per sottolineare l'unicità di fatti irripetibili, il tempo viene concepito come un rettilineo ponendo l'accento sul prima e il dopo (il tempo delle religioni monoteiste).

Tuttavia ossessionati dal prima e dal dopo, lungo una linea temporale che sfugge al nostro controllo, come viaggiatori su un treno senza il manovratore, sentiamo forte il richiamo verso un Tempo ciclico scandito dal respiro di Madre Terra.

Tempo di frittura

Un tempo lento salentino, dove basta un raggio di sole invernale per condurre gli abitanti di questa regione in un ristorantino sul mare ad assaporare una deliziosa frittura di pesce.

Una pausa rubata alla frenesia del lavoro, perché il piacere esige il suo tempo e lo spirito si rinnova in piccoli e semplici gesti. Il mare ritma il tempo del pasto, gli fa eco il vino versato nel bicchiere, lo strepitio dell'olio che accoglie il pescato.

13.30 - pausa pranzo. Un giorno qualunque del mese di Aprile, una bella ed inaspettata giornata di sole. Torre Colimena sul Mar Ionio. Il ristorante è quasi vuoto. Lucia fa cenno di passare dalla pescheria a fianco a scegliere il pescato per la frittura. Una brocca di vino, pane di grano ed il mare calmo di sfondo ad una giornata perfetta. Il Salento vive così.

 

 

patrizia

 

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Giardino del Tempo

giardino del tempo

Un giardino dove coltivare il tempo che scorre lento per chi sa impiegarlo. Giardino.

Ulivi secolari del Salento. La fiaba del Tempo. Olio extravergine di Oliva.