Fondata probabilmente dai Messapi, in fuga da Alezio, che la scelsero per l'entroterra ricco d'acqua e per l'indubbia posizione favorevole che garantiva un controllo sul mare prospicente, Gallipoli sorge su un promontorio che domina due ampie insenature del mar Ionio: a Nord fino a Santa Maria al Bagno e a Sud fino a Torre del Pizzo. Da qui l'antico nome della città: Anxa. In seguito prevalse Gallipoli, dal greco antico, Kalé polis: bella città.
Il suo fascino è indiscutibile. Il borgo antico è arroccato sull'isola calcarea che era unita alla terra ferma da un istmo tagliato nel '500 da architetti veneziani nel breve periodo di dominazione della Serenissima e sostituito da un ponte giunto fino a noi.
Nel periodo aureo (1600-1700), qui confluiva l’olio prodotto nella provincia. L’olio veniva riversato in vasche scavate nella roccia marina che lo purificavano facendolo diventare di un giallo oro e lo rendevano ricercato soprattutto all’estero. A quel tempo qui si produceva l'olio lampante cioè quello utilizzato per le lampade ad olio, esportato in tutta la penisola e soprattutto verso i paesi del Nord Europa. Potremmo dire che l'olio lampante di Gallipoli costituiva per la comunità del posto una fonte di guadagno paragonabile a quello che per altri lidi lontani fu, molto tempo dopo, l'oro nero: il petrolio.
L'aristocrazia (proprietaria dell'immense distese coltivate ad olivo) presiedeva direttamente alla lavorazione dell'olio nei frantoi ipogei (solo nel borgo se ne contano una trentina) spesso ricavati nei sotterranei dei loro palazzi nobiliari. La borghesia (artigiani, armatori) prosperava di tutto l'indotto legato al commercio dell'olio lampante. Persino la semplice manovalanza del porto godeva di condizioni favorevoli rispetto alla vita di stenti che conduceva il resto del popolo. Solo chi lavorava nei frantoi, contadini attratti dal guadagno promesso da chi li reclutava, aveva l'amara sorpresa di una vita infernale. Molti non facevano ritorno a casa al termine del periodo. Al buio per mesi senza vedere la luce del sole, in ambienti malsani, quelli dei frantoi sotterranei, si alternavano in turni estenuanti nella stagione dell'olio lampante: la vita del mulo che girava la ruota della macina valeva più di quella di un uomo.
In questi due secoli d'oro, cambia il volto della città. Gli artigiani si riuniscono in confraternite (Lega dei Bottai, degli Scaricatori) e commissionano i lavori di ristrutturazione ed edicazione dei luoghi di culto, donando alla comunità tesori come la chiesa di S. Maria della Purità.
patrizia
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