Le specchie sono ancora visibili nel Salento: specchia dei mori (Martano), specchia di Felline, Specchia di Presicce, Specchia di Galugnano. Si tratta di monumentali ammassi a forma di cono, costituiti da rocce e pietre, realizzate sulla sommità dei pochi punti elevati del nostro piatto territorio. La punta del cono è concava.
Si presume che le specchie venissero utilizzate dall'uomo preistorico per avvistare le prede da cacciare nelle piane sottostanti a quel tempo ricche di boschi, macchia e paludi dove venivano ad abbeverarsi cervidi, bovidi e persino elefanti (resti ristrovati nelle vore - piccole voraggini, inghiottitoi del terreno carsico - come ad esempio la vora di Presicce, quella di Barbarano).
Una volta individuato l'esemplare prescelto, i cacciatori discendevano per lanciarsi all'inseguimento della preda. Spesso la caccia poteva protrarsi fino a sera ed ecco che le donne, rimaste nei pressi della specchia, accendevano fuochi sulla sommità concava per indicare la via del ritorno agli uomini che avrebbero portato nutrimento a tutto il villaggio.
L'emozione che si prova a salire su una specchia è indescrivibile: il vento sussurra echi lontani di scontri tra villaggi, grida di felicità al ritorno dei cacciatori, monito di uomini antichi che ci raccontano di una vita selvaggia ed implacabile.
patrizia
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