Messapi, così chiamavano i greci le popolazioni che abitavano il Salento. Messapia probabilmente dal greco antico Mesos (in mezzo) ap (all'acqua), la terra tra i due mari: Ionio ed Adriatico.
La civiltà messapica si stabilisce nel territorio salentino durante l'età del Ferro (X-VI sec. a.c.). Probabilmente di origine Illirica, gli insediamenti nella Puglia meridionale sono il frutto di migrazioni dell'epoca. Prime città messapiche: Cavallino, Oria e Vaste. Il territorio dei Messapi si estendeva da Manduria, sulla costa Ionica, passando a Nord per Ceglie Messapica, sul versante Adriatico all'altezza di Egnazia e giù fino all'estrema punta del sud salento, Leuca (insediamento di Vereto).
La Mappa di Soleto, la più antica raffigurazione cartografica del mondo occidentale, rappresenta una parte del territorio con i nomi dei centri urbani in lingua messapica: Ozan (Ugento), Hyreton (Alessano), Baxta (Vaste), Odra (Otranto). Si tratta di un frammento di vaso a sfondo nero rinvenuto a Soleto.
Scali portuali come Roca ed insediamenti a ridosso della costa come Castro e Alezio, svolgevano funzione sia difensiva per le città dell'entroterra, in periodi di conflitto con le polis greche, che di scambi con le medesime nei periodi di pace. Naturalmente la presenza dei Messapi nel Salento (avamposto di controllo sul mar Adriatico e sullo Ionio) costituiva una spina nel fianco per le rotte commerciali delle flotte greche con le colonie siciliane, metapontine e tarantine.
Fino all'VIII secolo a.c. le costruzioni a pianta circolare erano probailmente costituite da un basamento di pietre a secco, su cui poggiavano rami intrecciati portanti con giunchi e canne provenienti dalle zone palustri. A Vaste in occasione del Festival dell'Archeologia (1998) è stato ricostruito un esemplare di capanna con tecniche e materiali basati su dati scientifici dedotti dalle campagne di scavo dell'Università di Lecce in varie località del Salento.
Verso il VI secolo a.c. la civiltà messapica subisce profonde trasformazioni: le abitazioni risultano composte da più ambienti, a pianta quadrangolare realizzate con muretti a secco e mattoni con coperture in tegole. Ma anche l'organizzazione sociale muta: gli insediamenti risultano raggruppati sotto la direzione di centri dominanti. Tale evoluzione in parte è dovuta anche all'incremento demografico.
Le città messapiche sorgono quasi sempre in luoghi elevati e a seconda dell'importanza del centro, delimitano vaste aree racchiuse da doppia cinta muraria. I centri messapici si riuniscono sotto l'egemonia della dodecapoli, docici città dominanti che svolgono funzione di organizzazione in caso di guerra con l'odiata colonia greca di Taras (Taranto). L'associazione era legata alla contingenza del conflitto. Diversamente in periodi di tregua, ogni centro esercitava una certa autonomia.
Nel quarto secolo a.c. il popolo dei Messapi registra una importante vittoria contro due città magnogreche Taranto e Reggio, per mezzo dei suoi guerrieri a cavallo. A quel tempo, nel Salento, era diffusa una specie autoctona di cavallo, l'Equus hydruntinus (cavallo idruntino, da Otranto). La civiltà messapica era molto abile nell'arte equestre e ancora oggi una delle più importanti città messapiche ricorda quel passato glorioso di guerrieri a cavallo: Cavallino (alle porte di Lecce). Persino Virgilio nell'Eneide, parlando dell'eroe mitologico figlio di Nettuno, identifica il nome del guerriero con la terra di Messapia: "Ma tu o Messapo domatore di cavalli...che nessuno né col ferro né col fuoco può abbattere…".
Con l'arrivo dei romani nel II secolo a.c. il popolo messapico cade sotto il dominio dei conquistatori pur mantenendo una certa autonomia culturale ed artistica. L'integrazione durante l'era imperiale romana, si realizza come altrove nell'Impero con il contributo di alcuni uomini messapici come Quinto Ennio, riconosciuto dallo stesso Cicerone pater della letteratura latina.
patrizia
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