Tra 90.000 e 70.000 anni fa alcuni ominidi lasciarono focolari e manufatti su scheggia nella Grotta Romanelli presso Castro (costa Adriatica). Intorno ai 45.000 anni fa (Paleolitico superiore) l'uomo di Neandertal era ancora presente nel Salento. Ma una minaccia alla sua sopravvivenza, l'Homo sapiens, giunge nel Salento. I due gruppi si incontrano/scontrano e 30.000 anni fa la tecnologia del sapiens sapiens applicata alla conoscenza del luogo del Neandertal genera l'uomo uluzziano della Grotta del Cavallo nella Baia di Uluzzo - Porto Selvaggio sulla costa Ionica.
Quello di Uluzzo è il più antico ritrovamento del Paleolitico superiore della penisola italiana. L'uomo uluzziano introduce nell'ambito degli strumenti litici, una assoluta novità: il coltello a dorso ricurvo a forma di mezzaluna.
Nel Paleolitico superiore hanno luogo profondi cambiamenti dell'ambiente e di conseguenza della fauna del territorio. Gli animali di grossa taglia (elefanti, ippopotami) che popolavano le pianure che si stendevano ai piedi delle le grotte durante l'ultima glaciazione, lasciano il posto a quelli di dimensioni ridotte. Durante il disgelo il mare su entrambe le coste, adriatica e ionica, riconquista gradualmente le terre dando luogo ad un paesaggio lagunare con animali di media e piccola taglia (gru, colombi, pinguini del nord).
Anche gli strumenti dei primi uomini si adeguano alle diverse esigenze di caccia, diventando di dimensioni ridotte ma più efficaci ed elaborati (grattatoi, bulini, puntine e strumenti a dorso tutti di pochi centimetri).
Nello stesso periodo (35.000 anni fa) la comunità che viveva nei pressi di Parabita celebra la sepoltura di un uomo ed una donna della specie Crô-Magnon nella Grotta delle Veneri.
La grotta prende il nome dal ritrovamento di due statuine in osso databili tra i 12.000 e 10.000 anni fa. Si tratta di due rappresentazioni femminili forse legate al culto della fertilità. Quella più grande, alta circa 9 centimetri, è ricavata da un osso di bovide o cavallo. In corrispondenza del collo due incisioni curvilinee e le braccia che si congiungono sotto un ventre prominente.
L'altra statuina è alta circa sei centimetri, in questo caso gli arti superiori cingono un ventre piatto. La posizione delle braccia che si congiungono al ventre non è presente nelle altre Veneri rinvenute in altri siti dell'Europa occidentale (pirenei, italia settentrionale, germania) mentre qualcosa di simile è riscontrabile nelle statuette riportate alla luce in Russia.
Porto Badisco: sacralità dei luoghi di culto dell'uomo preistorico. Immagini parietali realizzate in guano e datate intorno al 3900 a.c. Le pitture rappresentano scene di caccia ed altri simboli a noi sconosciuti. Un messaggio lanciato dal Neolitico a noi uomini moderni che abbiamo perso nel corso dei secoli la chiave di lettura.
Tra il 4000 ed il 3000 a.c., una nuova era interessa la storia dell'umanità: il Neolitico. Dalla Mesopotamia, la mezzaluna fertile, nuovi modelli di vita e di organizzazione sociale si diffondo sulle terre emerse. La vita delle comunità diventa stanziale e con l'introduzione dell'agricoltura l'uomo non subisce passivo l'ambiente (uomini raccoglitori e cacciatori) ma lo piega alle sue esigenze.
L'abbondanza di cibo non comporta solo un incremento demografico ma anche la possibilità di elaborare una vita sociale più complessa: lo sciamano, depositario delle pratiche rituali e religiose, lascia per sempre le occupazioni che prima condivideva con gli altri per la sopravvivenza. La comunità si fa carico dell'onere di mantenerlo rendendogli tributo per una nuova funzione sociale: il filo diretto con il divino che solo lo sciamano è in grado di condurre, interpretando i segni e comunicando al villaggio il volere degli dei.
patrizia
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